Spallinate per la pesca alla passata

Quando parliamo di lenze per la pesca alla passata, non possiamo esimerci dal considerare due tipi di montaggi per la pesca in fiume: quelli con la torpille (o biglia) e quelli composti soltanto da pallini di piombo. Su Pescanet ho già analizzato i vantaggi e gli svantaggi della prima tecnica di costruzione in un articolo specifico, che ha riscosso un buon interesse sui social network. Per dovere d'informazione, ammetto che ora tocca ai secondi. I pallini di piombo (detti anche piombini) sono un metodo di piombatura assolutamente antico quanto la pesca stessa, ma ancora molto usato sia in acqua dolce che in mare, soprattutto per quelle pesche più raffinate e complesse, tipiche delle competizioni. Come mai? Semplicemente perché i pallini di piombo hanno una caratteristica unica e inimitabile: si possono disporre in decine di modi diversi, creando lenze adatte a qualsivoglia tecnica di pesca col galleggiante, adattando la geometria alle esigenze imposte dallo spot. I francesi, maestri in questo campo nonchè inventori della pesca a roubasienne, sostengono da decenni che i pallini di piombo siano sensibilmente più efficaci della torpille o delle biglie, perché permettono di sondare diversi livelli d’acqua a seconda della costruzione della montatura; la torpille, invece, scenderebbe subito in profondità e inizierebbe a pescare solo quando la lenza è tesa. Cerchiamo di capire cosa c'è di verso in questa incontrovertibile affermazione.

blister con piombini da pescaconfezioni con piombini da pesca

La spallinata: più sensibilità nella pesca alla passata

Ci sono amici di pesca che, durante gli aperitivi piscatori o sui gruppi Facebook, insistono sul ribadire quanto una lenza a pallini di piombo sia imbattibile in fatto di sensibilità e morbidezza. Inutile negarlo, ma ricordiamoci che tutto dipende dalla disposizione degli stessi lungo il trave. Cerco di fare esempi concreti: se il pescatore li posiziona lungo il filo in modo "aperto", creando una piombatura allungata, avrà sicuramente buone chance di catturare il pesce con correnti lente, lentissime o assenti. Se li si raggruppano troppo, invece, si rischierebbe di perdere l’effetto desiderato perchè il sistema pescante risulterebbe troppo rigido, innaturale. E con un posizionamento in un unico punto, tutti insieme, formando un bulk? Beh, in questo caso sarebbe come utilizzare una torpille o una biglia. In questo caso il cappotto sarebbe scontato. La spallinata (o corona), oltre ad una logica di distribuzione del peso, deve avere il compito di incuriosire o rendere quanto più naturale la discesa dell'esca. Il pesce solitamente non ama l’esca che scende dritta sul fondo come fosse un sassolino. Preferisce il ciuffo di bigattini plana dolcemente, seguendo una traiettoria che coincide con quella imposta dalla corrente. Detto ciò, nella pesca a galla o in condizione di acqua ferma, bisognerebbe usare i pallini con intelligenza: distribuendoli a intervalli regolari e della stessa dimensione, così da far scendere la montatura in modo uniforme e teso. L'esca, il terminale, il trave e il galleggiante saranno un tutt'uno di sensibilità. Ogni minima tocca del pesce sarà avvertita dal galleggiante che segnerà tutto alla perfezione. Impiegando invece una piombatura irregolare, fatta male sia nella disposizione che nella scelta dei piombini, il filo si piegherà in modo sbilanciato tra il galleggiante e il gruppo di piombi, lasciando così il terminare fluttuare a caso. E chissà... se il cavedano dovesse miracolosamente abboccare, il pescatore non lo capirebbe nemmeno.

comportamento delle montature da pesca alla passata con la bolognese

Come scegliere i pallini giusti per la propria lenza? Test pratico.

Non tutti i pallini di piombo sono uguali. La loro misura va rapportata alla taratura del galleggiante, sulla velocità di entrata in pesca, all'assetto che la montatura deve prendere una volta entrata in acqua. Come scegliere i pallini giusti? Vi dico già che è una vera e propria arte che richiede anni di esperimenti. Tuttavia c'è un test alla portata di tutti: occorre costruire due montature differenti, con due galleggianti uguali (ad esempio 1 grammo). Le lenze dovranno essere costruite in questo modo: la prima con un pallino del 7 (0,09 grammi) all’asola del finale, due dello stesso tipo (sempre 7 - 0,09 grammi) a 15 cm di distanza e altri 8 pallini del 10 (0,07 grammi) a 20 cm per un totale di 11 piombini. La seconda lenza va realizzata con la stessa disposizione, ma con pallini del 9 (0,05 grammi), per un totale di 20 piombini. Arrivati sullo spot, sistemate il galleggiante alla corretta profondità e lanciate senza innescare i bigattini. La prima e la seconda lenza, un lancio dopo l'altro. Lo scopo dell'esperimento è guardare cosa succede: la lenza con i pallini più grossi (la prima) scenderà più in fretta ed entrerà in pesca prima dell'altra, magari in un modo troppo "artificiale" per l'appetito dei pesci. La seconda invece si adagerà più lentamente e in modo "naturale", alla stessa velocità della corrente. Se impiegata in pesca, stuzzicherebbe l'appetito delle prede di sicuro. Ecco allora la verità ittica più importante: per pescare in acque mosse o veloci, bisogna usare meno pallini e più grossi (magari con la torpille in caso di acque vorticose); se invece dobbiamo pescare in acque calme o lente, dobbiamo impiegare più pallini e, soprattutto, di piccola dimensione.

montatura con spallinata per pesca alla passata montatura con ampia spallinata per pescare in passata

Miglior presentazione dell'esca? Scegli la lenza perfetta.

Nell'altro articolo di pesca a bolognese in fiume ho spiegato come scegliere la torpille o la biglia in base alla velocità della corrente e al peso complessivo della lenza. In questo pezzo, invece, vorrei cercare di dare una regola base per scegliere la geometria perfetta per ogni occasione di pesca. Tutto dipende dalla presentazione dell’esca agli occhi del pesce. Se volete che il ciuffetto di bigattini sia irresistibile, bisogna costruire lenze a pallini, ben bilanciate e armoniose che si muovano sott'acqua come negli esempi grafici allegati. Come fare? C'è una regola che va generalmente rispettata: partite dal basso (asola di collegamento del terminale) e andate verso l’alto (galleggiante), aumentando la misura dei pallini e diminuendo la distanza tra loro, in modo da creare una curva morbida e continua distribuita in 60/70 centimetri. Con una quindicina di pallini, avrete una lenza perfetta, che manterrà sempre il contatto con il galleggiante e vi mostrerà anche la più timida delle abboccate. Questa è l'impostazione standard della lenza perfetta, secondo la mia opinione. Non dico che è infallibile, ma la impiego nella maggior parte delle mie uscite in fiume, soprattutto in inverno. Quando nemmeno la regina delle montature vince la malizia dei cavedani, allora tiro fuori l'ultimo jolly prima di tornare a casa: corona di piombini piccoli, tutti alla stessa distanza distribuiti in 1 metro. Ne vengono fuori "corone da rosario", come scherzosamente dico ai miei amici sperando di non essere blasfemo: disposizioni da 20 piombini del 9 (0,05 grammi), per tarare alla perfezione un galleggiante da 1 grammo

comportamento in acqua di una montatura da passata effettuata solo con piombini

Trucchi e consigli per la disposizione dei pallini

Chi pesca bene solitamente dedica un'adeguata preparazione alla costruzione delle lenze. Ho cercato di "spiare" i miei compagni di società, ma per due volte sono entrato in un laboratorio di due pescatori che vendono montature personalizzate. Ho visto fare tutto con la massima calma, passione e precisione. Ho tratto l'insegnamento che le lenze da passata non vanno certo realizzate sul luogo di pesca, bensì chi può dovrebbe fare tutto a casa sua, con altrettanta dedizione. Per testare la disposizione dei pallini, occorre acquistare un tubo trasparente di mezzo metro e riempirlo d'acqua (ricordo che la Stonfo ne aveva uno in catalogo) chiudendo la base. Bisognerà poi costruire il trave e posizionare i pallini sullo stesso, senza stringerli troppo, tutti in un unico punto, da avere una sorta di bulk morbido distribuito sul monofilo. Infine, passando il galleggiante sul trave, si potrà completare la taratura: il segnalatore sarà equilibrato direttamente nel tubo, assicurandosi che l'antenna non finisca sotto il pelo dell’acqua. Fate due, tre e più prove. Eliminate i piombini in eccesso con la pinza levapiombi Stonfo. Ottenuta la taratura perfetta, sarà possibile distribuire e stringere i piombini aiutandosi con una barretta metallica o una pinzetta, meglio su una tavoletta di legno. Due "maestri" della preparazione di lenze da competizione lavorano in questo modo e vi assicuro che è un metodo veramente interessante. Concludo con un ultimo consiglio, rubato ad un amico della Pescatori Padovani: spesso le lenze restano nei panieri o nelle borse da passata per tanto tempo, quindi i pallini si ossidano e diventano bianchi. Per evitare questo problema, occorre tinteggiarli con un pennarello nero. Così facendo acquisteranno quella lucentezza tipica di una lenza "fresca", appena realizzata.  

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

Articoli consigliati

I migliori articoli dall'archivio di Pescanet