Cefali di Capodanno

Di tutto avrei immaginato, fuorchè ritrovarmi a pescare cefali a Capodanno, in un corso d'acqua distante circa 25 km dal mare. Si, proprio vero: i cefali, prede che ormai rappresentano un bagaglio del passato, visto il mio trasferimento dapprima in Trentino e, successivamente, in terra Padovana. Detto ciò, ammetto che durante le festività del 2022/23, la mia pazza e insana consuetudine di portare del Panettone ai cefali infreddoliti della mia Molfetta è stata seriamente messa a rischio. Impegni di coppia e, soprattutto, il tempo da dedicare alla mia famiglia, mi hanno impedito di poterlo fare. Pertanto ho dovuto ripiegare sul giorno di Capodanno: un primo dell'anno trascorso quasi in solitaria, lungo le sponde di un fiume di risorgiva in Veneto, non tanto distante dalla foce nell'Adriatico.

pesca a Capodanno cefalo pescato a bolognese

Ciò che ha reso la pescata ancor più divertente è stata la presenza dei muggini, oltre ai consueti cavedani e carassi che popolano le sponde del fiume. Evidentemente, i miei cari "amici" avranno risalito le acque salmastre delle foci venete per farmi compagnia, ancora una volta. Un'occasione più unica che rara, in cui banchettare divertirci assieme, come avveniva un tempo, a suon di bolognesi, galleggiantini da un grammo e spallinate ultra-light.

pesca a bolognese nel giorno di CapodannoCefalo di Capodanno pescato a passata in fiume

Un accenno tecnico è sempre necessario perchè il lettore se lo aspetterà di certo. Effettivamente ammetto di aver pescato in un modo un po' insolito per lo spot; tuttavia ciò che conta è il risultato, non è vero? Venendo alla costruzione della lenza, ho montato un galleggiante dapprima di 2,5 grammi a carota supportato da una spallinata in 60 centimetri a scalare, con bulk verso l'alto e pallini più aperti verso il basso. Il terminale, di 25 centimetri, montava un solo amo su cui ho perfezionato l'innesco di due bigattini, di colore giallo e bianco. I cefali hanno gradito l'innesco doppio e si sono esibiti più volte in combattimenti violenti, che hanno purtroppo spezzato l'esile terminale dello 0,09, a causa si sfregamenti con qualche ostacolo sommerso. Quando poi la corrente si è fatta blanda, ho sfoderato la Trabucco Energhia 2KS Extreme e ho condotto la lotta con un galleggiantino affusolato di 1 grammo, una spallinata in 80 centimetri e un terminale di 30 centimetri, con un solo bigattino.

Muggine di fiume pescato a passata

Direi che per i tecnicismi è abbastanza. Il mio ricordo del primo dell'anno non è certo focalizzato sulle montature o sui segnalatori di abboccata. Bensì, ciò che rimane nell'anima e nel cuore è l'aver percorso quasi cento chilometri che mi dividono dallo spot al mattino, senza incontrare traffico in autostrada ed essere giunto in loco scoprendo la (discutibile) compagnia di alcuni cefalari, intenti a pescare anch'essi nel giorno di Capodanno. E poi, ciò che resta indelebile sono i lanci di bigattini e ghiaia, le passate e le affondate, con quasi un pesce a ogni giro, costituito da qualche cefalo e molti ciprinidi. In ultimo ma non meno importante, l'esser rimasto solo, durante la pausa pranzo: io, il fiume e i miei amati cefali. Creature che amo con tutto il cuore, capaci di riportarmi in quell'universo piscatorio di anni ed anni, fa chiamato "Molfetta".

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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