Black bass con esche artificiali

L'inizio della stagione è un momento particolarmente importante per il pescatore di black bass. Porta a riflessioni su quanto fatto in passato, sui buoni propositi delle settimane a venire ma, soprattutto, fa crescere la voglia di un approfondimento tecnico in materia di esche artificiali o degli spot. Mentre nel secondo caso si tratta di identificare ambienti più congeniali alla ricerca del predatore in contesti più o meno vicini a dove viviamo (anche se distiamo molti chilometri dalle acque dolci), quando lo studio passa sulle esche può accadere che la voglia di fare nuovi acquisti prenda il sopravvento; oppure si faccia un po' mente locale di di quanto ancora disponiamo nella borsetta col materiale da spinning. Dico questo perchè molti spinnofili (me compreso che non mi reputo propriamente tale), hanno l'abitudine di accumulare centinaia e centinaia di esche per poi usare ripetutamente le più preferite, quasi che testare qualcosa di differente in pesca sia qualcosa di scaramantico. Ecco invece che un breve ripasso può mettere in moto la voglia di fare test, riscoprendo peculiarità delle tante esche artificiali cadute nel dimenticatoio alieutico.

Pesca a spinning del black bass

Attività dei Bass: temperatura, metabilismo, istinto predatorio

Per invogliare un qualsiasi black bass ad abboccare, quindi a inseguire e aggredire un qualsiasi artificiale, c'è bisogno di stimolare l'istinto predatorio. In questa azione diviene fondamentale la temperatura dell'acqua. Essendo i boccaloni animali e non giocattoli telecomandati, essi vivono in acqua, quindi subiscono anche le fluttuazioni termiche dei diversi periodi dell'anno. In inverno tendono ad aggredire meno frequentemente le esche perchè il loro metabolismo non innesca la "fame" (diciamo così per intenderci) che stimola il pesce a cibarsi. Dalla metà di marzo, complici le belle giornate e l'innalzamento termico, parte quella scintilla che smuove l'appetito dei bass che rimarrà tale anche durante il periodo della frega (solitamente da metà aprile fino a fine maggio). Ci sono ovviamente differenze tra zone e zone d'Italia: i black bass del Trentino si risveglieranno magari a metà aprile, mentre quelli della Sicilia usciranno dal letargo già ai primi di marzo. Potrei dire riassumere dicendo che aprile, maggio e giugno sono i mesi in cui c'è il picco dell'attività. Poi, con l'arrivo del caldo di luglio e il solleone di agosto, l'appetito e l'istinto predatorio possono subire l'effetto contrario, con conseguente diminuzione sia delle catture, sia degli avvistamenti verso riva.

Spinning al black bass in lagoBlack bass catturato con minnow

Le migliori esche per il black bass in primavera

La primavera è il momento più propizio per la pesca dei black bass con le esche artificiali. In acque libere dobbiamo sicuramente osservare uno stop per via del periodo di divieto che varia di regione in regione (solitamente dal 15 aprile al 30 maggio - come detto prima). Nei laghetti a pagamento, invece, possiamo pescare tranquillamente pagando il permesso giornaliero. Detto ciò, le belle giornate a cavallo tra aprile e maggio sono il frangente temporale in cui le esche artificiali mostrano il massimo potere attirante. Sebbene l'acqua potrebbe mantenersi fredda o faticare a salire di temperatura, gli attacchi dei bass non dovrebbero mancare all'appello, invogliati all'inseguimento a causa delle scintillanti esche manovrate dal pescatore. Tra queste annoveriamo i minnow, gli ondulanti, gli spinner bait, i popper e le immancabili testine piombate con le imitazioni di vermi siliconici. Vediamoli separatamente con dovizia di particolari.

Minnow e crank per pescare il black bass

Minnow e crank per pescare i black bass

I minnow furono la prima esca con cui i pescatori si approcciarono ai black bass alla fine degli anni '80 e inizi anni '90. Alcuni pescavano ancora col verme e a bolognese, mentre i più sportivi scelsero di impiegare la fedele imitazione di un pesciolino. Dapprima con i Rapala, poi con modelli di marchi differenti e caratteristiche differenti, si passò ai crank. Varianti che, però, avevano in comune sia il materiale (la balsa), sia la presenza di un muso, una paletta più o meno pronunciata, un'ancoretta a livello della pancia del pesciolino e una sulla coda. Il minnow va scelto per recuperi nel sottoriva, con una profondità minima o media (i crank vanno più a fondo) a seconda dell'inclinazione della paletta. Tutto diviene più coinvolgente se l'artificiale lo si lancia verso un ostacolo come un canneto o la sponda opposta, quindi lo si lascia strisciare, affondare, poi partire e ancora affondare, ripartire con la tecnica dello start and stop. Questa sembra essere la giusta soluzione perchè simula un piccolo pesce smarrito spaventato dal black bass, che sarà pronto a morderlo nelle immediate vicinanze.

Ondulanti per la pesca del black bass

Ondulanti: esche alternative per il torello verde

Molti puristi potranno storcere il naso. Li capisco e mi perdonino. C'è da ammettere però che l'ondulante, assieme ai minnow, è stato il secondo artificiale utilizzato per le catture dei torelli verdi. Sicuramente in disuso da molti anni, può essere rivalutato per via del suo duplice comportamento in acqua. Non solo emette riflessi quando nuota in superficie ma genera vibrazioni durante la rotazione della paletta, che gira grazie alla girella senza moschettone. Molti conosceranno l'Abu Toby, un classico dello spinning. Io ci metto anche altri ondulanti simili, con grammature anche fino ai 20 grammi, che consentono di raggiungere distanze maggiori dei minnow e possono stimolare altri predatori sia da acque libere che private, proprio come i lucci. Andrebbe recuperato in modo continuo, simulando pesce foraggio in rapido allontanamento da un agguato di bass o esocidi.

Cucchiaini rotanti per pescare il black bass

Spinnerbait e cucchiaini rotanti 

Lo spinnerbait è un ibrido tra cucchiaino rotante ed esca con amo singolo, arricchita dalla gomma colorata. Utilizzato anche dai pescatori di lucci, lo spinnerbait ha la peculiarità di avere una paletta che gira senza far ruotare il corpo dell'artificiale. Evita quinti il problema della torsione del monofilo durante la trazione dovuta al recupero. È risolutore di situazioni difficili, come la pesca tra le alghe o in ambienti stagnanti. La sua efficacia è comprovata sin dall'inizio della stagione, fino ai caldi di luglio. Rappresenta senza ombra di dubbio l'esca artificiale di composizione metallica più efficace, grazie anche all'introduzione dell'elemento gommato, che è sempre nelle abitudini predatorie dei black bass. Durante varie pescate primaverili sul lago di Garda e lago di Levico, in contesti di acque che più libere non ce n'è, ho riscontrato l'inusuale efficacia dei cucchiaini rotanti per la cattura di black bass di piccola taglia. Per favore, mi si risparmino critiche dei soloni della pesca: anche un piccolo bass è una cattura e motivo di soddisfazione. Non è solo l'esemplare big a portare gioia! Ben vengano quindi simpatici e combattivi bass sotto il chilo, allamati grazie coloratissimi cucchiaini rotanti. Esche artificiali considerate dai predoni quali esemplari di pesce foraggio o insetti, con quel moto un po' gobbo, un po' goffo che infastidisce e incita al punto tale da attaccare.

Popper per il black bass

Popper per pescare i black bass

Ho conosciuto il popper nei primi anni 2000 grazie agli articoli di Alfio Elio Quattrocchi. Il giornalista purtroppo ormai defunto fu uno dei primi a testare i popper nella pesca in mare. Fu di ispirazione per il sottoscritto, perchè aprì la mia voglia di fare esperimenti portandomi a scoprire la sua efficacia anche in acqua dolce, stuzzicando i black bass. I popper non sono altro che esche artificiali in balsa con una linea abbastanza pronunciata a forma di pallottola, con la testa squadrata e il resto del corpo che si assottiglia verso la coda. Ciò determina due comportamenti: il pesciolino è sbilanciato all'indietro e, durante il recupero, genera schizzi d'acqua non indifferenti. Mantiene un'aerodinamica perfetta durante il lancio, consentendo di raggiungere lunghe distanze e di atterrare in punti precisi. La peculiarità di fare "baccano" in acqua, con quegli schizzi in fase di trazione, è un fortissimo richiamo verso i black bass che possono attaccarlo perchè elemento di disturbo. Per ottenere il miglior rendimento del popper, suggerisco di abbassare la canna, tenere il filo in tensione, recuperare a piccoli strattoni, alternando velocità a lentezza. L'abboccata sarà spettacolare, ve lo garantisco!

Jig da Black Bass

Un classico della pesca al black bass: Jig

L'ultima esca artificiale che mi sento in dovere di descrivere è la testina piombata, chiamata anche Jig. Questa può avere forme differenti che determinano una dinamica del nuoto più da superficie, fondo o mezz'acqua. Inoltre la testina è costruita in piombo o tungsteno, con peso variabile tra i 7 e 28 grammi, ed è capace di ospitare ami molto grossi, che vanno dall'1 al 5/0. Sul Jig sono spesso presenti anche dei filamenti in silicone oppure di materiale sintetico. L'amo può rimanere così com'è, oppure il pescatore più smaliziato può scegliere di aggiungere un'ulteriore esca siliconica, definita trailer. Raramente pesco col Jig, mentre spesso vi innesco vermoni o piccole imitazioni di pescetti in silicone. Senza dilungarmi in ulteriori specifiche, che potrete trovare in un altro articolo sul black bass, ci terrei a ricordare quanto i Jig (con e senza trailer) sono esche artificiali per la ricerca di bass in acque libere e a pagamento in contesti come erbai, canneti, ostacoli sommersi e piante affioranti la superficie. L'inventario è ormai completo. Non resta altro che riscoprire le montagne di artificiali depositate nei sacchetti in garage, dargli una controllata e andare a pesca. I black bass vi aspettano!

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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