Come pescare le seppie con l'egi fishing

Le serate che vanno da ottobre inoltrato fino alla fine di dicembre sono da sempre un ottimo momento per praticare una pesca alternativa. Una tecnica di origine giapponese, entrata in voga qualche anno fa ed oggi pratica consolidata tra i pescatori di mare. Quale? L' eging, conosciuta anche come pesca alla seppia. Solitamente si pensa che pescare voglia dire necessariamente prender pesci. Eppure col tempo abbiamo scoperto che non è così. La pesca alle seppie e calamari è diretta alla cattura di cefalopodi: esseri viventi diversi dai pesci, che condividono con essi lo spazio in comune ed alcune caratteristiche di tipo fisico. Il comportamento è differente, come è diversa anche l'aggressività o il modo di rapportarsi alle esche. Ecco perchè l'eging è una tecnica di pesca simile allo spinning, ma è un sistema specialistico che ha l'obiettivo di catturare la seppia in primis, ed anche i calamari e i totani. Le esche si chiamano egi, la tecnica si definisce eging e chi la pratica è un eginger (non uno spinner). Si pesca ad eging in autunno ed anche in primavera (mesi in cui i cefalopodi si avvicinano a riva per la riproduzione), preferibilmente di notte, con mare calmo, sia in porto che dalla scogliera. 

 

Pesca della seppia con gli egi

Gli egi sono conosciuti anche come totanare. In commercio sono disponibili in vari modelli che differiscono per le dimensioni, per il peso, per la capacità e velocità di affondare in acqua. Le misure più comuni vanno dalla 2 alla 4, passando per la 2,5/3 3 3,5. Parliamo ovviamente di dimensioni, di misure e non di pesi o grammature. Un egi da 2, per esempio, è un egi di 6 centimetri (2 x 3 centimetri). Un egi da 3 equivale a 9 centimetri (3x3 cm) e così discorrendo. Più l'egi è grande, più la dimensione, più la massa dello stesso sarà superiore. C'è però da specificare che, a seconda del piombo, dei buchi in esso e dei materiali (oltre alla fisionomia), non è sempre detto che una dimensione maggiore implichi un peso superiore. Il punto fondamentale è nella velocità di affondare in acqua quindi nel loro comportamento in mare, solitamente spiegato sul packaging dell'artificiale. Gli egi, inoltre, sono solitamente ricoperti da retine riflettenti la luce, e presentano altresì alcune fasce di nastro che si illumina al buio.

Quali misure comprare per pescare la seppia ad eging?

Le misure più indicate sono le 2,5/3 che hanno solitamente un peso variabile tra i 15 e 25 grammi. Possono rappresentare la base di partenza con cui iniziare una pescata, che può cambiare provando anche la misura 2, la più piccola. Comprate pure un buon assortimento di egi variabili tra la 2 e la 3, evitando i modelli 4 che sono sicuramente indicati per calamari o totani. Inoltre scegliete le varianti sia da superficie che da profondità. Potrebbero essere definiti come shallow o deep: questi aggettivi indicano la loro capacità di muoversi correttamente in superficie o in profondità. In mancanza di specifiche, guardate pure il piombo: se ci sono fori, è un egi da superficie o mezzofondo; se non ci sono buchi ed il piombo è unico, l'egi lavorerà sicuramente sul fondo. 

 

Quali sono i colori migliori per gli egi?

Gli egi hanno colorazioni differenti perchè ad ogni colore o fantasia corrisponde una situazione in cui impiegarli. Per esempio, colorazioni tenui e morbide sono perfette per le condizioni di luce del mattino, prima del tramonto o dopo l'alba. Colorazioni notevoli, vistose, tipicamente fluorescenti (arancione, verde, violetto, fucsia), potranno dare ottimi risultati pescando di notte, con assenza di luce ed acqua velata. Ci sono poi egi trasparenti, come quello nell'ultima foto, di vari colori, con un pulsante centrale che avvia un led luminoso continuo o discontinuo. Ciò che conta particolarmente, al di là del colore più azzeccato o del led intermittente, è la capacità di luminescenza di un egi. Le seppie adorano tutto ciò che è luminescente ed esse stesse emanano una fascio di luce in acqua tendente al verde. Quindi l'egi dovrà emettere luce e mantenerla per minuti e minuti, fino a caricarsi e ricaricarsi quando passeremo sull'esca una fonte abbagliante. Un trucco poi che sembra funzionare è il mantenere gli egi al caldo, come nel giubbotto o in tasca. Il calore che sprigionano in acqua (seppie e calamari sono particolarmente sensibili a ciò) potrebbe incuriosire le seppe ed invogliarle ad attaccare l'artificiale. Uso il "potrebbe" perchè non c'è alcuna evidenza scientifica, ma mi baso su parole di campioni di pesca che hanno decisamente tanto da insegnarci, me compreso.

 

Attrezzature per l'eging alla seppia

Anni fa, le attrezzature per la pesca alla seppia erano una minima parte dei cataloghi delle aziende di pesca. Fusti rigidi, raramente in carbonio, con cime multicolor in vetro resina e anellature talvolta grossolane. L'evoluzione ha portato alla definizione di canne specialistiche da eging, sia di produzione giapponese che orientale, per tutte le esigenze e tutte le tasche. Le canne da eging in vendita al giorno d'oggi, hanno lunghezze che spaziano da 7 piedi agli 8/8,3 piedi (dai 2,10 ai 2,40/2,50 metri). L' azione resta sempre rigida al livello del fusto, ma man mano che si prosegue verso la vetta, si nota una certa morbidezza che consente di percepire le abboccate delle seppie in fase di recupero dell'esca. Per chi non volesse spendere soldi per l'acquisto di una canna specifica, la soluzione è nelle normali canne da spinning di 2,10 metri con azione morbida, non oltre i 15 grammi. I mulinelli da egi fishing non esistono. Un modello di taglia 2.000/2.500 è più che sufficiente. Occorrerà caricare un filo dello 0,20 o 0,22 al massimo, in nylon o in fluorocarbon, possibilmente concepito per lo spinning o l'egi fishing. Non sono particolarmente d'accordo nell'impiego del trecciato perchè, a mio parere, può affievolire la percezione delle timide tocche delle seppie. Posso sbagliarmi, ma credo di avere diritto nell'esprimere il mio parere personale. Dotatevi infine di un aggancio rapido perchè potrà capitare di cambiare più volte egi durante la battuta di pesca. Infine, procuratevi una torcia per illuminare le totanare prima di lanciarle in acqua.

 

Come pescare le seppie da riva con l'egi fishing

La pesca delle seppie da riva con l'egi fishing è una specialità molto diversa dallo spinning e dalle tante tecniche della pesca in mare. Lo ripeto: non sono pesci, non si comportano come pesci, non combattono allo stesso modo e vanno trattati con un approccio diverso. Per esempio, le seppie non hanno guizzi fuor d'acqua, non saltellano, non partono all'improvviso verso destra o sinistra mentre giriamo la manovella del mulinello. Sono lente, sospettose, e l'abboccata può apparire come un ostacolo sommerso. La diversità è sempre qualcosa che affascina, ed è forse ciò che ha determinato l'incremento dell'interesse verso l'eging. Prima di tutto bisogna lanciare e lasciare che l'artificiale affondi. La tensione sul monofilo diminuirà, quindi procederemo col recupero lento e continuo. Effettueremo dalle due alle quattro jerkate, ovvero movimenti della canna che partono dal basso e vanno verso l'alto. Sciabolate l'una dopo l'altra, in successione ma non troppo rapidamente. L'egi saltellerà in acqua, proprio come farebbe un gambero che si muove dal fondo alla ricerca di cibo o di un appiglio. Proseguiamo col recupero, ripetiamo ancora la stessa operazione. Bisogna avere pazienza, calma, non esagerare con la velocità perchè le seppie sono lente, non hanno un motore "turbo" ad alimentarne la corsa. L' attacco è quasi insignificante nel senso buono del termine: non c'è l'aggressione vera e propria dell'esca, ma una tensione che aumenta, o meglio... un peso da tirare e recuperare delicatamente. La seppia si è agganciata agli aghi della totanara (chiamati cestelli), quindi portiamola a riva e facciamo attenzione a non perderla. Ora c'è da divertirsi! Quando sarà a pelo d'acqua, spruzzerà inchiostro, partirà verso il fondo, tenterà di liberarsi. La bravura del pescatore è nel non forzare il cefalopode, lasciare che si stanchi e farla entrare nel guadino (meglio se a maglia larga in nylon). Slamarla richiede attenzione, sia per l'inchiostro, sia per i morsi che fanno veramente male. Aiutatevi con delle forbici dal becco lungo, oppure una piccola pinzetta. Eviterà i fastidi tipici delle seppie e consentirà di tornare a pescare in meno di un minuto.

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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