Spinning al Black Bass

Con l’arrivo dei primi tepori primaverili ed il sole che inizia a scaldare le nostre giornate, possiamo finalmente riprendere le canne da pesca e dedicarci alle acque interne. Camminando lungo le sponde,soprattutto in prossimità di tronchi sommersi o vegetazione acquatica,possiamo notare delle "macchie" scure immobili appena sotto il livello dell’acqua. Dietro queste ombre si nasconde uno dei predatori d’acqua dolce più affascinanti: il black bass.


Il Black Bass

E' un pinnuto meraviglioso, sportivo, potente e aggressivo. Sarebbe perfetto se non fosse per un suo "difettuccio": è terribilmente lunatico. Non si spaventa della presenza dell’uomo ed è capace di starsene immobile per ore esaminando esche artificiali senza abboccare o,peggio ancora, seguendoli fino ai nostri piedi per poi fermarsi e andarsene lasciandoci l’amaro in bocca. Originario dell’America del Nord,dove è denominato”Largemouth BlackBass”, il boccalone è stato introdotto in Italia alla fine dell’800 dove si è ambientato in molti laghi e fiumi, contribuendo a ristabilire equilibri alterati prede-predatori. Il nome boccalone è dovuto al suo apparato boccale veramente notevole,capace di attaccare anche prede di dimensioni molto generose.

Qual è il periodo migliore per la pesca al black bass?

Il periodo migliore per insidiarlo va dall’inizio della primavera fino ai primi d’autunno; essendo un predatore, la tecnica migliore sarà ovviamente lo spinning. Per dedicarsi al bassfishing è opportuno avvalersi di una canna abbastanza robusta: l’azione sarà “medium” o ”medium-heavy” con potenza di lancio compresa tra i 7 e i 28 gr(1/4-1 oncia). Ovviamente, sia l’azione che la potenza possono variare a seconda degli artificiali che desideriamo utilizzare. Ritengo che, in linea di massima, una canna con queste caratteristiche possa essere adoperata con la maggior parte degli artificiali da bass. In più ci garantisce potenza, affidabilità e sensibilità nelle ferrate. Il mulinello sarà sicuramente di misura compresa tra i 1500 e i 2500 ad alta velocità, questo per recuperare quanto prima le prede evitando che vadano a cacciarsi in qualche tana o sotto ostacoli sommersi. Una volta ferrato, il bass si esibisce in salti fuor d’acqua e fughe verso il fondo; dobbiamo essere bravi a tenere sempre teso il monofilo per evitare spiacevoli slamature.


Nylon, fluorocarbon o trecciato?

La scelta è soggettiva, dipende dalle esigenze del pescatore. Ogni monofilo ha i suoi pro e contro. Il nylon ci permette di utilizzare misure più consistenti arrivando anche allo 0.30, discorso diverso per il fluorocarbon considerata la sua composizione e la sua rigidità. Con nylon di diametri maggiori abbiamo meno rischi di perdere il pesce durante il combattimento o di tagliare il filo vicino qualche ostacolo, con il fluorocarbon siamo costretti a scendere di misura, ma abbiamo il vantaggio di percepire al meglio le mangiate e quindi poter ferrare al momento giusto avendo un’elasticità quasi pari a zero. Infine potremmo optare per il trecciato perchè questo ha il grande vantaggio di avere un carico di rottura elevatissimo con diametri ridottissimi; inoltre ha un’elasticità pari a zero. Sembrerebbe ideale per il bassfishing, ma ha una pecca di non poco conto: a contatto con rocce o ostacoli sommersi, soffre molto di più l’abrasione rispetto al comune nylon…e purtroppo il bass và cercato proprio negli spot più difficili! Il bass, infatti, ama stare in agguato tra la vegetazione acquatica, vicino a tronchi, pontili e tutto ciò che possa dar loro riparo ed è proprio qui che lanceremo i nostri artificiali! Ultima cosa, non per importanza: sostituiamo spesso il monofilo dato che i continui lanci e recuperi lo portano a sollecitazioni estreme.


Gli artificiali per la pesca al black bass

Esistono migliaia di artificiali da bass e per sintetizzare possiamo dividerli in due grandi categorie: Hardbaits e Softbaits. Alla prima appartengono gli artificiali rigidi, quindi minnow, crankbait, cucchiaini, spinnerbait, popper,ecc. Nella seconda, invece, troviamo tutti i siliconici: worms, swimbait, creature, craw,ecc. Gli Hardbaits non sono altro che l’imitazione di pesciolini. Il mercato offre una vastissima scelta con una miriade di colorazioni, forme e pesi differenti. Caratteristica comune è la paletta anteriore che, grazie al nostro recupero, dà ”vita” all’artificiale facendolo scodinzolare in maniera accattivante simulando un pesciolino in fuga o in difficoltà. La paletta può avere grandezze diverse; più è grande e maggiore sarà la capacità di affondamento. L’uso di palette grandi può rivelarsi efficace quando il bass è apatico ed è fermo sul fondo.

I colori da scegliere per il black bass

La scelta del colore non sarà casuale,per decidere basterà guardare l’acqua. Infatti se si presenta velata, puntiamo su colori accesi: rosso, giallo, arancio. Al contrario, con acqua limpida, ci affidiamo a tinte naturali quindi azzurro, argento, bianco. Possiamo usare anche qui il rosso solo se in zona è presente il gambero della Louisiana, di cui il bass è ghiotto. Micidiali saranno i deep crank rossi in quanto, con la loro grande paletta, urtano il fondale sollevando nuvolette di fango imitando così un gambero in fuga. Il recupero di qualsiasi artificiale sarà irregolare, i professionisti statunitensi lo definiscono ”stop and go”, ovvero un recupero intervallato da pause di qualche secondo; questo serve a simulare un pesciolino in difficoltà o ferito. Il bass, come ogni predatore, preferirà attaccare una preda facile ottenendo così il massimo risultato con il minimo dispendio di energie. Un'ulteriore alternativa sarà il recupero a strappi, in questo modo l’artificiale spancia a destra e sinistra suscitando spesso l’attenzione anche dei boccaloni più apatici e sospettosi. L’utilizzo del moschettone è facoltativo, per alcuni limita i movimenti dell’artificiale. Personalmente ,salvo alcuni casi, non ho notato differenze significative e per questo prediligo la praticità di poter sostituire l’esca in pochi secondi. Le Softbaits possono imitare qualsiasi cosa: pesciolini,vermoni,gamberi,rane,salamandre. La loro composizione viene realizzata con speciali miscele di diversa densità a seconda dei modelli. Spesso sono aromatizzate all’aglio,impregnate di sale o con aromi particolari come le Berkley Powerbait. Top di gamma sono sicuramente le Gary Yamamoto,Black Flagg,Molix e Wave Worms. A differenza delle hardbaits, le soft sono prive di ancorette, quindi saremo noi ad innescarle su appositi ami denominati OFF SET e WIDE GAP (amo con curva più larga per esche più voluminose) facilmente riconoscibili dallo ”scalino” prima dell’anellino, utile a bloccare e non far scivolare il nostro siliconico. Possiamo usare anche tesine piombate o jig quando vogliamo appesantire l’esca e rendere il movimento in acqua più ”nervoso”.

Il Texas Rig

Gli inneschi più importanti

I principali metodi di innesco sono:Texas Rig, Carolina Rig e Wacky rig. Il texas è l’innesco antialga per eccellenza e per questo anche il più praticato in quanto l’amo resta nascosto e fuoriesce solo dopo l’abboccata e una nostra decisa ferrata.Il carolina è identico al texas, si distingue solo per l’utilizzo di un piombo (di solito in tugsteno a forma di proiettile) fermato a 40-60 cm dall’amo da una girella. Il wacky è l’innesco più semplice,infatti l’amo va semplicemente appuntato esattamente al centro del siliconico,la nostra esca avrà così un movimento dolce e naturale. Il wacky và utilizzato in modo particolare con worms,creature e gamberi. Il recupero, per qualsiasi innesco, sarà lento e a piccoli strappetti. Spesso l’abboccata può avvenire anche durante la discesa dell’esca, quindi dobbiamo sempre essere pronti a ferrare con decisione. Con cielo nuvoloso scegliamo colori chiari: verde, lemon, bianco; al contrario, con cielo sereno, puntiamo su colori scuri: nero, rosso scuro, verde scuro. Quando voglimo esaltare il richiamo di alcuni artificiali non c’è niente di meglio che ricorrere all’aggiunta dei ”trailer”, esche siliconiche da abbinare a jig o spinnerbait. I trailer danno maggiori vibrazioni e influiscono molto sull’impatto visivo. Fondamentali saranno gli occhiali polarizzati che ci aiuteranno a individuare i black in modo tale da poter lanciare i nostri artificiali proprio sopra la loro bocca. Lo spinning al bass, infatti, è in molti casi una pesca “a vista”. Nella pesca non esistono regole assolute e anche nell bassfishing non c’è una ricetta magica .Ciò che conta è avere tanta fantasia nello sperimentare nuove esche e nuovi abbinamenti. Spesso il bass attacca anche creature siliconiche che sembrano giunte da mondi alieni e che nulla hanno a che fare con la realtà, solo perché siamo stati bravi a stuzzicare la sua curiosità e a far scatenare il suo istinto predatorio con i nostri movimenti di mulinello e canna.

Il Wacky Rig

Conclusioni

Non scoraggiamoci di fronte ai primi ”cappotti”. Dopo pochi lanci,la perseveranza ci farà acquisire col tempo quella giusta esperienza grazie alla quale sapremo scegliere con facilità il giusto artificiale e soprattutto lo spot ideale. Non mi resta che augurarvi un caloroso in bocca al Bass!

Nicola Rossetti

Nicola Rossetti

Membro del Pescanet Team, amico fedelissimo ed ex consigliere dell'Associazione Pescanet. Grande appassionato di spinning, ledgering e bolognese, si diletta con la pesca frequentando le acque dolci e salate della Basilicata.

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