Pesca al cefalo con la pastella

Torniamo indietro con la mente al Natale del 2019. Improrogabili impegni lavorativi mi avevano impedito di tornare nella mia cara e amata Puglia, terra di origine. Mi trovavo a Trento, sarei partito nel Giorno di Natale e avrei pescato, a tutti i costi, nei giorni delle Feste. Durante la Vigilia lavorai in ufficio fino al tardo pomeriggio (a quel tempo non c'era lo smart working!). A casa mi aspettavano tutti per cena, quindi non riuscì a far conciliare gli impegni e passare dal supermercato per acquistare il Pan Bauletto: l'esca più pratica per i cefali rischiava di mancare al banchetto di Santo Stefano, primo giorno libero da impegni per sfoderare la bolognese. Ricordo che, preso dallo sconforto, chiesi a mio padre di farmi uno dei favori più apprezzati. Gli chiesi: "Papà, puoi andare in negozio e comprarmi la pastella da cefalo?". Mio padre si recò non in uno, bensì in due negozi e acquistò un regalo di Natale assolutamente apprezzato. Un tris di pastelle che risolsero la pescata del giorno di Santo Stefano e mi consentirono di catturare bei cefali; uno di essi, infatti, mi donò un recupero al cardiopalmo, come si evince dalle delle foto allegate all'articolo.

Pastella da pesca al cefalo: pratica, comoda e facilmente reperibile in commercio.

Durante quella pescata, che ricordo come se fosse ieri, apprezzai particolarmente tre aspetti delle pastelle da pesca. Innanzitutto la comodità, perchè la pastella pronta (o pasta da pesca, pastina, pastone) è un'esca molto pratica, utilizzabile da tutti, anche chi è alle prime armi in quanto non è necessaria una bagnatura preliminare. È contenuta in un barattolo in plastica con una dose valida per quattro, cinque o forse più pescate. Il composto, morbido e friabile, se ben conservato mantiene anche ottime doti di modellabilità all'amo e può risolvere diverse situazioni di pesca. La sua versatilità non è solo nel confezionamento, bensì anche nella colorazione e profumazione differente. Ce ne sono diversi tipi, infatti, sempre con alta concentrazione di formaggio ma di tonalità variegate. Si adattano, pertanto, a numerose situazioni di pesca: dalla bolognese o la fissa in porto a cefali, alla pesca all'inglese destinata a pesci quali saraghi, boghe, occhiate, ecc. Infine c'è l'aspetto commerciale... sicuramente non da poco! La trovate nella grande distribuzione, in rete, dal negozio di pesca assieme alle pasture da mare. Il suo costo è variabile tra i 3 e 5€ per circa 200 grammi di prodotto già pronto per entrare in pesca. Potete quindi portarla con voi in vacanza e fungerà da esca universale, con un potenziale attirante non da poco!

pesca al cefalo con la pastella

Pastelle al formaggio e gambero

Una premessa è fondamentale. Non sono stato pagato da nessuna delle aziende che citerò, nè riceverò monetizzazioni. Le pastelle mostrate nelle foto sottostanti sono state acquistate e non sono frutto di sponsorizzazioni. Detto ciò, vediamo assieme i modelli che ho usato durante le vacanze e ho persino ricomprato, per portarle con me durante le uscite di pesca in Veneto. Sono rimasto molto colpito dalla Antiche Pasture - Pastella pronta gambero, della Linea Extra Mare. Un prodotto destinato alla pesca del cefalo, dell'occhiata, della salpa e di altri pesci che amano i sapori forti con un retrogusto al gambero. Il colore rosso, infatti, è sinonimo di farina di gamberi all'interno del composto ed è molto indicato, secondo me, per la pesca dalla scogliera o in ambienti meno antropizzati dei porti, come l'esterno delle dighe frangiflutti. La seconda pastella è la Formaggio sempre della Linea Extra Mare. È pensata sempre per cefali, occhiate, saraghi e pesci che gradiscono volentieri un saporitissimo boccone al formaggio, di colore bianco. In entrambi i prodotti, la pastella è "pastosa" (scusate il giro di parole), si attacca poco o niente al dito ma resta ben stabile sull'amo, garantendo una tenuta non certo indifferente. La terza pastella è della Target Fish e si chiama Pronto Uso Formaggio. Come noterete dalle immagini, ha un colore bruno e una composizione più dura al tatto, più fibrosa. Secondo me è perfetta per la pesca al cefalo in mare aperto, tipo da moli o scogliere artificiali, dove il fattore visivo del bianco non è poi così importante e c'è bisogno di lanciare a buone distanze, evitando la perdita dell'esca. Invito a valutare altri prodotti in commercio. Sicuramente avranno caratteristiche interessanti e potranno trovare largo impiego nelle vostre battute di pesca.

Pastella Antiche Pasture Gambero e Formaggio Extra Mare

Come innescare la pastella da cefalo?

In molti mi scrivono chiedendomi come innescare la pastella pronta per il cefalo. Prima di svelare l'arcano (che tanto segreto poi non è), bisogna premettere che la pastella ha bisogno di un amo apposito, altrimenti l'innesco che ne risulterà sarà errato, nè attraente. A tal proposito vi mostro due ami che uso frequentemente quando c'è da innescare la pastella. Anche in questo caso non si tratta di prodotti sponsor ma di acquisti veri e propri, effettuati di tasca mia. Parlo degli ami Trabucco AKURA 525N e 6315, di taglia 18 e 20. Il 525N è storto, dettaglio che incrementa la penetrazione dell'ardiglione nella bocca del pesce. Presenta altresì una curvatura stretta ed un gambo lungo. Può essere ideale per un innesco a forma di piccola calza. Il 6315 invece è forse l'amo universale, nel senso che è anch'esso storto, ha una curvatura regolare e un gambo lungo. È perfetto per l'innesco classico, quasi a forma di rombo: le due punte più strette, al centro più gonfio.

amo Trabucco Akura per la pesca al cefaloinnesco della pastella per la pesca al cefalo

Fatte queste opportune riflessioni sull'amo da usare e la sua relativa fisionomia, sorge spontaneo domandarsi come innescare la pastella. È alquanto semplice e non richiede chissà quale tutorial. Occorre prenderne un piccolo pezzo dal barattolo, grande quanto una pillola a capsula. Dopodichè bisogna appoggiarlo all'amo e modellare il boccone facendo scomparire sia il gambo, sia la curvatura dell'amo. Ne verrà fuori un innesco con le forme succitate che non appesantirà la lenza, nè tenderà a sfaldarsi nei lanci. Far rimanere scoperta l'estremità dell'amo può essere una buona idea in caso di cefali sospettosi, perchè agevola la penetrazione nel labbro. È un trucco non indifferente che ho imparato durante le fredde giornate di dicembre, quando i pesci sembravano in letargo, già piantati sul fondo e piluccavano l'esca con la massima diffidenza.

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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