Come pescare il luccio a casting

Manca poco ad aprile, e finalmente dopo un lungo inverno, sarà possibile tornare a pescare il luccio italico. A parer mio, credo che sia il pesce di acqua dolce con la livrea più spettacolare. Non ho un rapporto consolidato con questo pesce, ma posso certamente dirvi che è stato amore a prima vista. Dopo averne catturati di esemplari di tutte le taglie, è nata in me una consapevolezza: il luccio è particolarmente divertente da pescare, è molto combattivo e raggiunge dimensioni importanti. Ma si sa, regala spesso e volentieri migliaia di cappotti! Spesso questi cappotti sono il frutto dell'inesperienza, della lunaticità della preda oppure di un modo di ragionare piuttosto raffazzonato. Non si considerano le tante variabili della pesca all'esocide e si getta la spugna alle prime disavventure. Con questo articolo vorrei fare il punto sulla pesca al luccio, in particolare nel casting al luccio, disciplina di nicchia ma foriera di soddisfazioni.

Le specie di luccio in Europa

Capiamo per prima cosa quali sono le specie di luccio presenti in Europa. Il luccio italico (Esox Flaviae), protagonista di questo articolo, recentemente è diventato una specie a sé, dopo anni e anni di ricerche, analisi dei biologi sul DNA e studi sulle livree di vari esemplari. Un lavoro lunghissimo che ha portato a rilevare sostanziali differenze rispetto al luccio nordico (Esox Lucius). Il modo più veloce per distinguere un luccio dall’altro è guardare la livrea: I lucci presentano un colore più scuro, verdastro e macchie circolari od ovali giallastre. Il luccio italico invece ha un colore più tenue, a volte anche più incline verso il grigio (come gli esemplari in foto) e presenta macchie più allungate. I colori delle livree sono determinati anche dall’habitat, dall’acqua chiara o scura e dalla presenza di più o meno alghe.

Quando pescare il luccio: i periodi migliori                         

I mesi migliori per cercare di insidiarlo sono quelli freddi, in quanto prediligono le basse temperature e soffrono il caldo torrido. Di solito nei laghi più profondi, dove il calore esterno non ha un effetto troppo incisivo sulla temperatura dell’acqua, si riesce a fare qualche bella cattura tutto l’anno. L'ambiente fluviale in cui pesco però non è molto profondo, quindi ottobre, novembre e dicembre sono i mesi che preferisco, e che mi hanno dato da sempre maggiori soddisfazioni. Sono riuscita a catturare alcuni lucci anche quando il fiume aveva la superficie quasi completamente ghiacciata, e i punti dove poter fare qualche lancio erano veramente pochi. In base all’habitat  e alle temperature, cambia anche il periodo di riproduzione. Il quale varia da gennaio ad aprile, in questo lasso di tempo in molte regioni la pesca rimane chiusa. In ogni caso, il pescatore dovrebbe sempre rispettare questi delicati periodi, e lasciare che il pesce si riproduca senza arrecargli ulteriore stress.  

Attrezzatura per la pesca a casting al luccio

Il luccio è un predatore che predilige attaccare esche di grosse dimensioni. Il peso di tali esche rende necessario l’approccio pescando a casting. Questa tecnica si usa per un motivo molto preciso: il mulinello da casting è stato progettato per poter imbobinare trecce di grosso diametro, senza andare ad incidere troppo sul peso complessivo della nostra attrezzatura. Personalmente preferisco un mulinello da casting round profile, così che riesca a contenere la treccia di 80lb che utilizzo sovente. Di seguito serve una canna che tenga testa alla forza del luccio; la mia ha una grammatura che va fino ai 100 gr e una lunghezza complessiva di 7’9 pollici. Come terminale, mi affido ad un cavetto in fluorocarbon di 120lb, adatto a contrastare gli affilati denti del luccio. Come alternativa, va benissimo il classico cavetto in acciaio.

Esche per il luccio

Esche per il luccio ce ne sono a migliaia, anche perché è un predatore con non predilige solo pesci, ma anche piccoli mammiferi, rane e giovani volatili. Ce ne sono veramente di tutti i tipi,  di diverse grandezze, colori e forme. Uso principalmente swimbait e grossi shad di gomma. L’artificiale che mi ha dato più soddisfazioni, e che è sempre la mia prima scelta, è lo spinnerbait. Colori? Vivaci. Rosso oppure, per andare sul sicuro, il buon vecchio firetiger. Le colorazioni devono in ogni caso seguire le regole basilari: colori chiari o vivaci in acque limpide e colori scuri in acque velate. Il luccio se è molto affamato tende ad aspirare l’esca fino in profondità. E’ saggio quindi munirsi di pinze con dei becchi lunghi di circa di 30 cm, così da poter rimuovere l’amo senza problemi. Il recupero lento è quasi sempre la scelta giusta in quanto i lucci sono famosi per attaccare pesci in difficoltà o comunque malati. Un buon guadino non può mancare! Deve essere ampio, possibilmente gommato, così da non arrecare alcun danno al pesce.

Come prendere in mano il luccio: la presa opercolare

Spesso anche chi ha buone intenzioni e vuole rilasciare il pesce, magari perché ha poca esperienza a riguardo, commette gravi errori sulla presa. Il luccio non va mai tenuto per le branchie, schiacciandogli la pancia o nella cavità degli occhi .Le pinze boga, o boga-grip non andrebbero mai utilizzate nella pesca al luccio. Creano danni enormi alla bocca del pesce! Il modo più corretto di prendere il luccio è con la presa opercolare. Essa consiste nel cercare l'apertura dell'opercolo, evitando le branchie.  Per trovarla con facilità, basta far scorrere le dita lungo la “guancia” del luccio e quasi intuitivamente si troverà la giusta posizione. La presa deve essere salda in modo che il luccio, dando testate o dimenandosi, non riesca a liberarsi e cadere a terra. Questa presa ci permette inoltre, di tenere la bocca del luccio aperta, così da poterlo slamare con velocità. Per chi è alle prime armi, per non sbagliare, consiglio di guardare qualche video. Ce ne sono a centinaia che spiegano in maniera esauriente, passo per passo, il metodo giusto per praticare la presa opercolare.

Catch and release 

Il luccio ha un alto tasso di mortalità, è uno di quei pesci che appena finisce la frega abbandona il nido, lasciando le uova indifese. Oltretutto è un pesce che spesso e volentieri, se è affamato, mangia i suoi simili o comunque li attacca lasciandogli un segno permanente. Soffre molto gli sbalzi termici ed è spesso colpito da malattie. Mi è capitato più volte di ritrovare lucci senza vita nelle rive del fiume. Sin da quando ho cominciato a pescarli, pratico correntemente il catch & release. Gli italici puri stanno diventando rari nei fiumi e spetta a noi assicurarci che continuino a popolarli. Il luccio mette tutta la sua energia nel combattimento e per non stremarlo deve durare meno tempo possibile. Da quando lo guadiniamo dobbiamo cercare di velocizzare i tempi per le foto, giusto 2 o 3 scatti per ricordo e poi rimetterlo immediatamente in acqua. E’ un pesce molto delicato, ha bisogno di essere ben riossigenato prima di essere liberato. Basta lasciarlo nel guadino in acqua qualche secondo e accompagnarlo con un movimento che permetta di fargli aspirare più acqua possibile attraverso le branchie. Appena vedete che comincia a dare codate, e torna a mostrare energia, significa che è pronto per tornare nel suo amato ambiente. Infine, la pesca al luccio ha bisogno di tanta pazienza, attenzione e tanta costanza, ma quando si cattura un bel esemplare... la fatica viene ricompensata tutta! 

Valentina Segatto

Valentina Segatto

Classe 1996, vive a Pordenone. Pratica lo spinning sia in acqua dolce che salata dedicandosi a trote ed altri pesci che popolano i torrenti friulani, mese dopo mese.. In autunno e primavera predilige invece i black bass in laghi e canali, mentre d'inverno pratica la pesca al luccio. In estate è tempo di spigole, in diversi ambienti dell'Alto Adriatico. È nel Pro Staff di Pure Fishing Europe dal 2017.

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